Alessandro Deledda: pianoforte, fisarmonica e arrangiamenti
Peppe Stefanelli: percussioni
Alberto Argirò: Batteria e produzione artistica
Stefano Tofi: tastiere e sintetizzatori
Special Guest
Ares Tavolazzi: contrabbasso
Gianluca Petrella: trombone e live electronics
Francesco Bearzatti: sax e clarinetto
Sergio, Patrizia, Adele, Leo, Marco, Giovanni, Virgilio, negli anni ’80 avevano in comune la passione per la vita, volevano cambiare il mondo, spinti dalla curiosità, dalla bellezza, dalla passione per la musica, per l’arte.
Erano in eterno delirio, sognavano, erano dei folli, ma molto lucidi.
Amavano la vita.
Erano dei bambini curiosi di tutto e tutti, e sono rimasti tali.
La passione, il feeling, il groove sono stati la colonna sonora della loro vita.
La scomparsa di Sergio ha fatto rinascere quella passione che bruciava in quegli anni: da qui nasce l’idea di una Fondazione per conservare la memoria e per continuare a operare nel rispetto di tutto il bello che ci ha lasciato.
“Morbid Dialogues” raccoglie tracce di dialoghi musicali liberi e tematiche ispirate all’isola e ai suoi suoni naturali attraverso la poliedricità dei sette attori strumentisti , in cui la tessitura melodica mai scontata, esprime con delicatezza ma anche con forza e talvolta con ossessività morbosa la voglia dei musicisti di “dialogare” fra loro, di cercarsi per condividere le proprie idee da dedicare alle anime ed i colori circostanti.
La direzione artistica di questo progetto è di Alessandro Deledda che ha voluto condividere i sentimenti che lo hanno ispirato alla realizzazione del progetto con altri musicisti umbri quali Alberto Argirò (Direzione esecutiva), Peppe Stefanelli e Stefano Tofi, che troveranno in tre guests di caratura internazionale quali Gianluca Petrella, Francesco Bearzatti e Ares Tavolazzi un contributo determinante per la riuscita di questa opera tutta italiana ma con un forte respiro internazionale, ricca di tensione musicale in cui prevarrà l’entusiasmo e la padronanza strumentale dei sette attori protagonisti.
I musicisti dialogano fra loro a contatto col pubblico ed il paesaggio circostante, lasciando ampio spazio alla bellezza musicale, all’evoluzione melodica e alla ricerca sonora partendo dal suono, da un elemento ritmico, da una me.odia, da un suono sintetizzato o aleatorio attraverso un forte interplay in una sempre più crescente tensione a partire dal tramonto.